LA SFIDA DIGITALE 4.0
Ci
troviamo in un processo di trasformazione che implica una necessità di nuovi
paradigmi per affrontare il cambiamento, grazie alla generazione tecnologica
giovanile, i cosiddetti facilitatori di questo processo.
Lo stato
dell’arte tra evocazione mistica e concrete opportunità ed i relativi benefici
attesi - la logica è quella di provare
ad intuire quelli che potranno essere gli effetti, bisogna capire che vi è un’opportunità in ogni cambiamento, la
digital-era genera opportunità con effetti che si possono intuire attraverso
un’interpretazione adeguata della situazione presente e quella che si andrà a
creare. Presente perché ogni cambiamento porta allo stravolgere dei vecchi modelli di governance.
L’aspetto
culturale rimanendo sempre nel tema digitale -
la digitalizzazione ha bisogno di un terreno coerente con le proprie possibilità e le sue attuazioni, la chiave
interpretativa del periodo culturale è alle volte un problema di lettura,
problema rilevante perché non capendo gli elementi dietro alla
digitalizzazione, per esempio la collaborazione/condivisione, verranno a
mancare le relative opportunità connesse al processo di cambiamento.
La resistenza
culturale al concetto di collaborazione crea un forte ostacolo al
cambiamento e all’interpretazione del processo di cambiamento rivoluzionario.
La
scelta rapida, capacità che bisognava avere fino a qualche anno fa nel reagire
ad un problema o ad una particolare situazione, oggi è un rischio che inonda le
informazioni che a loro volta stravolgono i modelli esistenti, bisogna
selezionare le informazioni e capire la loro significatività.
Le complessità nella gestione del processo di cambiamento:
Gli effetti del
turbo-capitalismo (termine coniato da Edward Luttwak, economista ed esperto di
strategia militare, teorico del turbo-capitalismo – un capitalismo globale non
più vincolato a ideologie e frontiere, Luttwak è convinto che con la
limitazione dei poteri militari il conflitto tra gli stati sia diventato
economico non più militare, basata sulla logica competitiva della geoeconomia
intesa come logica della guerra mentre la tattica è economica con un approccio
strategico-militare all’economia stessa.).
Il
tema fondamentale in termini di comprensione della sfida è innanzitutto l’ambiente - il nostro modo di vivere ci sta uccidendo, l’equilibrio
intorno al quale per milioni di anni abbiamo sviluppato la nostra esistenza lo
stiamo distruggendo.
Un
altro elemento è che nel tempo sia per scelta sia per conseguenze di scelte non
comprese abbiamo iniziato a vivere in ambienti sempre più difficili e abbiamo
accettato culturalmente a confrontarci con spinte di vita sempre più complesse,
per esempio gli essere umani hanno un ciclo di vita con un inizio e una fine,
ogni ciclo alimenta il nuovo ciclo.
Abbiamo
quindi stravolto questo ciclo di vita, sia nella vita personale che lavorativa,
si pensi semplicemente agli orari di lavoro, si pensi che abbiamo accettato di
vivere secondo mode e di vivere attraverso meccanismi modaioli, questo è un
sistema dinamico, che nello stesso modo ci mette in discussione ed è lo stesso
sistema dinamico che crea la necessità del cambiamento, mette in discussione
ogni parte della nostra vita, motivo per il quale richiede di pensare, di
mettere in discussione i modelli empirici e cercare di costruire logiche più
coerenti con l’ambiente in cui viviamo.
Henry
Mintzberg è considerato il guru mondiale dell’idea di poter costruire
un percorso aziendale basato su modelli/paradigmi algoritmici (la logica if…then).
H.Mintzberg
ha rettificato i suoi modelli attraverso un articolo sulla HBR dove ha ammesso
di aver sbagliato tutto: la pianificazione razionale esiste, ed è soltanto la parte visibile
dell’iceberg, però vi è la parte nascosta, dove vi troviamo tutta la parte
irrazionale - i miti, i valori, gli atteggiamenti che non sono governabili da
un algoritmo razionale, assunti base che si inseriscono nel contesto culturale.
Van
den Berg and Pietersma consiglia di avere una visione, cioè capire dove voglio
andare (i miei obiettivi), una volta impostati gli obiettivi bisognerà capire le capacità
delle mie risorse e implementare le attività (programmare) la loro attuazione,
ci sono però mille motivi razionali e irrazionali per cui gli obiettivi
cambiano strada facendo, i modelli parlano di risultati finali paragonati agli
obiettivi iniziali.
Fondamentale è l’uso degli strumenti in grado di guidare l’azienda
(feed fwd). Una delle sfide del management è il continuo mettere in pratica gli
strumenti di monitoring e seguire l’andamento dell’azienda.
Un
altro schema, quello di Abell parla dell’obiettivo del business, il quale sta nel capire
chi sono i nostri interlocutori quali risorse e funzioni mettere in pratica e
come ovvero quali tecnologie utilizzare, logica che va fatta a sistema.
Michael
Porter nella rappresentazione dei processi aziendali ci illustra come si fa a
creare valore in un’azienda. Un’azienda innanzitutto deve avere un’infrastruttura che permetta l’esercizio delle funzioni aziendali; le risorse umane e la
loro gestione, lo sviluppo della tecnologia e degli approvvigionamenti.
Funzioni
trasversali come logistica interna (trasferimento dei flussi informativi e di
processo), una trasformazione - logistica esterna (trasferimento dei flussi verso
l’esterno), Marketing o Vendite - servizi post vendita
(rilevante la parte post vendita dedicata a dare un servizio post vendita dei
prodotti).
Decido
dove voglio andare, attivo un percorso consapevole (sto andando verso…) che
durante, eventi contingenti possono far cadere la mia strategia, eventi
che mi obbligano ad essere in grado cambiarla e adattarla – essere flessibili,
l’ascolto è un fattore rilevante per creare idee nuove sulla gestione di un
evento inaspettato.
INDUSTRY 4.0
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Lo stato interviene nella nostra vita quotidiana, garantisce la civile convivenza attraverso delle regole, fatte rispettare attraverso sanzioni, interviene per esempio anche attraverso il prelievo fiscale. Succede che ci sia bisogno dell'intervento statale per sostenere lo sviluppo attraverso l'introduzione di strumenti di incentivazione per le aziende che decidono di convertirsi, che investono nel digitale e nello specifico nella digitalizzazione del processo produttivo.
Questa idea ha generato piani di incentivazione del Governo:
- processi à il digitale ha
costretto a vedere le aziende come un sistema, perché la digitalizzazione ha
portato la necessità del dialogo tra le macchine, senza comunicazione /
integrazione tra macchine il processo non è efficace. Intelligenza applicata alle macchine.
- prospettive à passaggio generazionale, il gap di capacità
oggettive tra diverse generazioni che crea un blocco generazionale.
- persone à la centralità delle
persone, perché sono l’insieme, la forza e l’attrattività dello sviluppo. La
sfida digitale è saper gestire il cambiamento portando know how in aziende, è
un’opportunità per le generazioni digitali.
- partner à “La più semplice forma
di rappresentazione aziendale è la famiglia” C. Masini – quel istituto dove un
uomo e una donna sceglievano il sacramento del matrimonio. Oggi non lo si può
più usare perché oggi non è detto che sia uomo e donna, si pensi alla libertà
di espressione, libertà religiosa.
Il partner nasce in una logica
WIN-WIN, con il tempo ci si sfida per realizzare progetti, il partner è rilevante
per la crescita comune, un esempio: cliente-fornitore dove i due interagiscono
per raggiungere un obiettivo comune.
Il rapporto clienti-fornitori
dovrebbe svilupparsi secondo paradigmi diversi, il nostro sistema industriale è
caratterizzato da una forte presenza di PMI (circa l’85% del totale delle
imprese). L’opportunità per le PMI è quindi la cosiddetta integrazione
verticale ma anche orizzontale con altre aziende.
Il conservatorismo ovvero quel
comportamento che tendiamo a ripetere, induce a pensare che crei un rischio
minore e di conseguenza siamo bloccati ad adottare ogni cambiamento, per questo
vi è necessità di essere flessibili.
L’apprendimento da trauma è
insito nel nostro essere sin da bambini e ci accompagna per tutta la vita,
questo è un’altra complessità che crea una necessità di imparare durante e non
dopo.
I BENEFICI ATTESI
Maggiore
flessibilità - attraverso la produzione di piccoli lotti e non più utilizzando le economie di
scala, avere della macchina in grado di riprogrammarsi per produrre quantità
diverse è un futuro su cui pensare;
Maggiore
velocità - la
produzione di un prodotto può essere molto lungo, la capacità e l’opportunità
che mi permette di produrlo in un tempo minore mi da un vantaggio;
Maggiore
produttività - minori tempi di set-up, riduzione errori e fermi macchina;
Maggiore
qualità - minori scarti mediante sensori che monitorano la produzione in tempo reale.
Maggiore
competitività - del
prodotto grazie a maggiori funzionalità derivanti dall’internet delle cose –
esempio la TESLA, un altro esempio può essere la possibilità di ingurgitare una
pillola che da informazioni sullo status quo del paziente. Cambierà anche la
logica del valore di prodotto, modo diverso della produzione. Le nuove
tecnologie impattano con un gap culturale nella visione e gestione
dell’azienda, perché non si conoscono.
Una precondizione è quella
culturale, c’è bisogno di superare resistenze di natura collaborativa messe in
discussione dalla rivoluzione digitale.
In futuro la grande sfida sarà quella di fare marketing avendo a
disposizione tutti le stesse informazioni, questo sta già accadendo – riuscire
a creare e trasmettere un valore diverso.
SHARING
Il concetto di moda è sempre
stato un rischio connesso ad alcune novità à quindi
bisogna passare da moda a cultura. La sfida è che attraverso lo sharing
cambiamo cultura e valorizziamo. Per esempio avere tante persone che si muovono
con trasporti a due ruote come la bici fa bene alla comunità oltre che alla
salute.
La responsabilità nelle proprie azioni à la
corresponsabilità vuol dire che insieme cambiamo l’uso delle cose nella
comunità, ognuno di noi ha la responsabilità della comunità.
Vi sono alcune precondizioni da rispettare per andare verso la sfida culturale 4.0:
- Cambio di visione e punto di osservazione (mettere in discussione le cose e vedere le cose in modo diverso, c’è un modo necessario di usare le risorse, il sistema odierno non è ecologicamente in grado di reggere).
- Cambio di approccio all’interno dell’azienda – diventa fondamentale immaginare che il sistema sia interno ed esterno.
- Cambio di schema relazionale con filiera – fornitori/clienti/competitor – si pensi a Porter ed alla logica competitiva dove uno deve avere la meglio sull’altro, nel mercato questa logica esiste e non si può negare, questa logica si affianca a un'altra logica che richiede collaborazione, quindi logica Win-Win.
- Co-opetition – collaborazione competitiva, si pensi a Sabaf ed al suo ultimo competitor andato in crisi qualche anno fa, i manager della Sabaf hanno pensato di inglobare l’azienda andata in crisi, in consiglio di amministrazione Giuseppe Saleri non ha però accettato di inglobare l’azienda ma aiutarla per mantenere la competizione attiva.
Il primo passo è tecnico, che
i processi produttivi devono evolvere tramite miglioramenti dei processi
produttivi à strumenti di
efficienza ed efficacia.
Le leve su cui agire:
- tecnologica - che non vince senza intelletto,
- sensoristica - che significa prevedere, la creatività – tech e creatività, il servizio e una nuova lettura del tempo come valore personale ed economico.
È nata dunque una nuova
prospettiva di valore dove l’elemento centrale è passare dal prezzo
all’innovazione gestionale e di mercato.
Lezione di Management e innovazione di impresa
Professor Mario Mazzoleni
Appunti by Olga Moraru
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